Gli
ambienti di Francesco Taormina
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Fin
da piccolo ho avuto la passione per le piante, il così
detto “pollice verde”, che ho coltivato in terrazzo
e in giardino, passando dalle più comuni piante annuali
a quelle bisognose di più cure come gli Hibiscus.
Nel mondo vegetale le specie e varietà di piante sono
molteplici, tra queste vi sono le orchidee che ho sempre osservato
da lontano, perché le ritenevo ostiche e di difficile
gestione.
La molla che fece scattare in me un interesse verso queste piante
è stata la vista, nell’ottobre del 2007, in un
grande negozio di “fai da te” e materiale per giardinaggio,
di numerose varietà di orchidee in vendita.
Vi erano Phalaenopsis, Dendrobium, Cattleya, Oncidium, Cymbidium
e tante altre, con un’esplosione di colori incredibile.
L’ignoranza in materia, mi ha portato a una scelta, basata
solamente sull’estetica, sul fiore e sulle foglie più
belle, senza pensare minimamente se quello che stavo acquistando
avesse poi trovato, nella mia casa, una situazione ottimale
per la sua sopravvivenza.
Come per la maggior parte dei coltivatori agli inizi, la scelta
è ricaduta sul genere Phalaenopsis, una piantina con
due rami a fiori bianchi.
Questa pianta continua a regalarmi splendide fioriture ed è
la prima che inaugura l’anno con delle fioriture, variando
di uno/due giorni la data di apertura del primo bocciolo.
Non appena acquistata questa pianta, sono andato alla ricerca
di informazioni in rete e passando da un link all’altro,
ho avuto il piacere di incontrare il forum del nostro amico
Giulio Farinelli, dal quale ho appreso le prime informazioni
su come far sopravvivere e rifiorire la pianta da me acquistata.
La voglia di sperimentare, mi ha portato, nei giorni successivi
ad acquistare altre piante di Phalaenopsis di vario colore,
senza rendermi conto che il “virus” della passione
stava covando dentro di me.
A marzo 2008 tra piante acquistate in piena salute e piante
salvate da morte certa, perché sfiorite, contavo 13 piante,
di cui 10 sistemate in ufficio e 3 in casa.
Il virus ha manifestato tutta la sua “aggressività”
ad Aprile dello stesso anno, in occasione della mostra di MPC,
dove l’infinita varietà di piante mi ha spinto
a tentare la coltivazione di altre specie. E’ nata così
la mia passione verso il genere Cattleya.
La collocazione delle varie piante in casa, è stata d’apprima
casuale con un bel vaso in tinta con il fiore, per poi passare
ad una sistemazione più consona e funzionale.
Dopo aver colonizzato il bagno con molte piante, sono passato
ad una sistemazione casalinga, con spazi ridotti e specifica
in base alle stagioni.
In inverno le piante sono sistemate su due ripiani con rotelle
(quelli utilizzati per creare le librerie in ferro cromato,
per intenderci), che ne permettono una facile mobilità
ed esposizione, a seconda delle esigenze.
Con il sopraggiungere di temperature più miti, vi è
il passaggio in una struttura uguale ma più grande e
protetta sul terrazzo, per poi migrare tutte le piante nei mesi
estivi, fino ai primi giorni di novembre, nella mia casa al
mare.
Quest’ultima sistemazione è come una manna dal
cielo per le piante, in quanto l’umidità presente
nell’aria in questo periodo, favorisce una buona ripresa
vegetativa.
Ho utilizzato, per questa sistemazione, una zona esterna alla
casa, delimitata da tre pareti e coperta al 50% da un terrazzino,
l’altro 50% è coperto da una struttura in ferro
e rete metallica, coperta da un telo ombreggiante (in inverno
viene coperto da un telo in plastica, per la raccolta dell’acqua
piovana). Alcune piante sono appese a questa rete, altre sono
posizionate su dei grandi sottovasi nei quali viene raccolta
l’acqua delle annaffiature e nebulizzazioni, che evapora
poi a sua volta contribuendo ad alzare l’umidità
nell’ambiente.
I sottovasi sono posti su di un tavolo, realizzato con due cavalletti
e tavole lunghe di legno, ricoperte da un telo di plastica,
per evitare marciumi.
Quest’anno poi ho installato un impianto temporizzato
di nebulizzazione (attivo ogni ora ed a partire dalle ore 10:00
fino alle ore 16:00, per circa un minuto), al fine di aiutare
le piante nel sopportare le temperature estive e a mantenere
umide le radici delle zatterine, delle Vanda e di quelle esterne
ai vasi.
Questa sistemazione, è l’anticamera ad una serra
che vorrei realizzare, al fine di ampliare la mia collezione.(Nascondi)...
(continua)
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