Gli
ambienti di Nelly De Vita Talamo
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Quando
le orchidee mi hanno affascinato era il 1990. All’inizio
le due o tre piante che possedevo le posizionavo nei posti che
mi sembravano più adatti a completare l’arredamento:
un tavolo vicino a una finestra, la consolle di un ingresso
ecc. Seguendo le indicazioni dei venditori le ho annaffiate
e curate nei modi più disparati con cocenti delusioni
sui risultati, soprattutto per gli esemplari più belli.
A questo punto, essendo potentemente cresciuto il mio interesse,
ha prevalso la mia formazione scientifica ed ho iniziato a cercare
tutte le informazioni possibili, ho frequentato un primo corso
di coltivazione presso la SIO, associazione Italiana di Orchidofili,
con sede presso l’Orto botanico di Roma e successivamente
ho cominciato a girare virtualmente per il mondo attraverso
Internet, sono diventata socia della associazione americana
AOS (American Orchids Society) e dell’ALO.Ho cercato
in ogni modo di cercare notizie sugli habitat naturali delle
varie specie (epifite, terrestri, litofite): condizioni meteo,
climi, microclimi ecc.. In parallelo ho cominciato a guardare
gli ambienti della mia casa: soggiorno, veranda, bagno, cucina
con un occhio diverso: avrebbero potuto essere o divenire ,
con semplici accorgimenti, ambienti adatti ad ospitare qualche
specie o ibrido di orchidea?
Ho acquistato delle piccole stazioni meteo della Oregon Scientific,
facilmente acquistabili e gestibili, e le ho piazzate qua e
là per la casa facendo rilievi di T max. e Tmin e U%
max. e min. Per avere il piacere di coltivare e veder fiorire
in ogni periodo dell’anno attorno a me, nei vari ambienti
della mia casa (e non lontano in una serra) alcune specie o
ibridi di orchidea e ora sono contenta di incontrare le loro
fioriture mentre mi sposto per casa. Grande aiuto ad ottenere
i risultati documentati dalle foto mi ha dato il poterle tenere
per sei mesi circa quasi tutte fuori in terrazza o in giardino
appese agli alberi.(Nascondi)...
(continua) |
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